Giulia Gabellini
mercoledì 6 aprile 2011
lunedì 28 marzo 2011
Nota alla prolusione: Modernità, crisi e Information Technology
"The world is complex and it shifts gear and jumps. We shy away from this difficulty because the mind has to bend around corners and the mathematics is difficult. But the power of modern computing is unleashing what was never before thought possible; we do not have to think anymore along tramlines or be contained to derived notions of linearity. There is a richness out there – we should delight in it. We should explore it."
"Il mondo è complesso, cambia velocità, procede a sbalzi. Tendiamo a fuggire di fronte a queste difficoltà perché costringono la mente a ragionamenti complicati, perché la matematica è difficile. Ma la potenza dei moderni strumenti di calcolo sta rendendo possibile ciò che non lo è mai stato: non siamo più costretti a ragionare in modo schematico, né limitati in un concetto derivato di linearità. Abbiamo a disposizione una ricchezza di cui dovremmo rallegrarci, una ricchezza che dobbiamo esplorare.”
Cecil Balmond, Informale e nuove strutture, in “Lotus”, n. 98, 1998, pp. 70 – 83, trad. it. a cura di H. Ewans, G. Felici e M. Ferrara
Ho scelto questo passo dell’articolo di Cecil Balmond, che precede la pubblicazione di Informal, apparso nel 2002, perché credo riassuma una serie di considerazioni sviluppate in queste prime lezioni del corso.
Balmond dimostra un atteggiamento moderno individuando nella crisi, rappresentata dall'IT, un valore. Comprende la natura complessa del mondo, il suo carattere discontinuo, a sbalzi, e investe nella formulazione di nuovi paradigmi. Abbandona il ragionamento limitato alla consequenzialità lineare per investigare le molteplici relazioni che intercorrono fra gli elementi con sistemi interpretativi dinamici.
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